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  • Immagine del redattoreSerena Tolomei

INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA(IVG) PARTE 1

Aggiornamento: 22 lug


Avrai sentito nominare spesso la legge 194 . Forse in qualche maniera, soprattutto attraverso i social, sarai riuscita anche a captare di cosa si tratta, ma, a meno che non ti sia documentata personalmente, avrai probabilmente le idee un po’ confuse.


Vorrei prima di tutto spiegarti un pochino questa legge.





La legge 194 è entrata in vigore il 22 maggio 1978 ed è formata da 22 articoli.


Il primo articolo è un po’ una premessa e sottolinea che “Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile”.

Cosa significa? Significa che sai quello che stai facendo e quello che comporterà avere uno o più bambini, sia per l’accudimento ,sia per il mantenimento.

E allo stesso tempo lo Stato “riconosce il valore sociale della maternita' e tutela la vita umana dal suo inizio”.

Per tutelare la vita umana dal suo inizio c’è bisogno ,prima di tutto, di evitare che l’aborto sia solo un modo per limitare le nascite e che venga usato con leggerezza e senza reali motivi. Per questo la legge non impedisce l’aborto, ma lo regolamenta nei tempi e nei modi, e mette a disposizione una serie di servizi e aiuti economici per fare in modo che chi aspetta un bambino non sia lasciato solo, ma venga seguito dal concepimento attraverso una serie di servizi socio-sanitari ed aiuti economici che vanno fino alla maternità.

L’interruzione di gravidanza può essere richiesta dalla donna, con la presenza o meno del padre del concepito(se lei vuole che sia presente) entro i primi 90 giorni, se si trova in circostanze per cui la gravidanza , il parto, o la maternità potrebbero comportare un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica.  [ N.B. : la legge non specifica se i 90 giorni di gravidanza decorrono al primo giorno dell’ultima mestruazione ,come si calcola di solito, o se dal concepimento, che avverrebbe circa 15 giorni dopo ]

Queste circostanze possono riguardare lo stato di salute della donna, le sue condizioni economiche, sociali , o familiari ; oppure il modo in cui è avvenuto il concepimento ( ad es. attraverso una violenza sessuale) ; o la previsione di anomalie o malformazioni del concepito.

A proposito di questo ultimo punto, l’Art. 6 ci dice che:

L'interruzione volontaria della gravidanza, dopo i primi 90 giorni, puo' essere praticata :

a) quando la gravidanza o il parto comportino un grave pericolo per la vita della donna;

b) quando siano accertati processi patologici, tra cui quelli relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna.

Questo tipo di aborto concesso dopo i 90 giorni viene definito “aborto terapeutico”.


Da quel poco che ti ho detto finora avrai capito che l’aborto NON è un semplice rimedio per una gravidanza indesiderata,

Veniamo ora al lato pratico.


A CHI VA FATTA RICHIESTA E CON QUALI MODALITA'


Gran parte del lavoro iniziale, come scritto nell’articolo 2, lo fanno i consultori familiari, che assistono la donna in gravidanza soprattutto informandola subito sui suoi diritti e sui servizi che ha a disposizione per portare avanti la gravidanza; su come far rispettare i suoi diritti sul posto di lavoro; attuando direttamente eventuali interventi speciali di cui la donna potrebbe avere bisogno ; e, come cita la legge stessa, “contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione di gravidanza”. Quindi si cerca innanzi tutto di fa sentire la donna protetta e tutelata in modo che non si senta costretta ad interrompere la gravidanza, soprattutto nel caso in cui la motivazione principale fosse quella economica.

La donna può fare la sua richiesta di IVG ad un consultorio, ad una struttura socio-sanitaria, o al medico di fiducia. In tutti e 3 i casi vengono prima di tutto fatti gli accertamenti medici e poi vengono valutate le motivazioni della richiesta di IVG. Spesso infatti capita che la donna, messa di fronte a tutti i suoi diritti e una volta appurato che ha gli aiuti necessari per farli valere in campo lavorativo, riesca a cambiare idea.

Gli aiuti non si limitano alla sola gravidanza, ma vengono estesi anche per il puerperio.

Tutto questo vale anche per le minorenni e per le donne straniere anche se non sono in possesso del permesso di soggiorno.

Le minorenni nella maggior parte dei casi stanno ancora frequentando la scuola superiore e molto spesso per il timore di non riuscire a terminare gli studi, pensano ad interrompere la gravidanza. Quindi è bene sottolineare il fatto che se le soluzioni vengono trovate in campo lavorativo vengono trovate anche in campo scolastico con aiuti e concessioni sia durante la gravidanza ,che per l’allattamento.


Quando il medico del consultorio, la struttura socio-sanitaria, o il medico di fiducia riscontrano un caso di urgenza, che rende necessario l’intervento immediato di interruzione, rilascia subito alla donna un

certificato attestante l'urgenza.

Con tale certificato la donna puo' presentarsi ad una delle sedi autorizzate a praticare l'interruzione della gravidanza.

Nel caso in cui, invece, non si evidenzi uno stato di emergenza, viene rilasciato alla donna, copia di un documento, firmato anche dalla donna stessa, attestante lo stato di gravidanza e l'avvenuta richiesta, e viene invitata a soprassedere per sette giorni. Trascorsi i sette giorni, la donna puo' presentarsi, per ottenere l'interruzione della gravidanza.

Questa pausa di sette giorni ha lo scopo principale di invitare la donna a riflettere ulteriormente sulla volontà di interrompere la gravidanza, dandole il tempo di valutare le varie opzioni che le sono state proposte per non sentirsi costretta ad affrontere una IVG.

MODALITA' DI ACCESSO ALLE STRUTTURE


La modalità di accesso alle varie strutture che offrono l'intervento per l’ IVG, e le analisi che è necessario eseguire prima di sottoporvisi, possono variare da regione a regione. Spesso anche all'interno della stessa Regione vengono adottate procedure diverse nei ari ospedali e strutture del territorio.


L'interruzione volontaria di gravidanza viene effettuata in ospedale, oppure in case di cura convenzionate.

Va precisato,però, che non tutte le strutture offrono questo tipo di intervento e che, anche all'interno di quelle che lo offrono, è possibile trovare personale sanitario che si dichiari obiettore di coscienza e che per questo non esegua l'intervento.

Nonostante questo, è bene precisare che la legge afferma che anche se obiettore, il medico e il personale sanitario in generale non può rifiutarsi di offrire assistenza sanitaria alla donna sia prima che dopo la procedura.


Con questi episodi sull’argomento IVG, il mio intento è quello di riuscire a farti capire che abortire non è uno scherzo, sia che avvenga volontariamente, che spontaneamente.

 In entrambi i casi risulterà un’esperienza negativa, che ti porterai dentro per tutta la vita, e che ,nel caso di aborto volontario, sarà ovviamente accentuata dal senso di colpa per aver deciso della vita di un altro essere.

Purtroppo, però, molto spesso potrebbe non esistere un’alternativa migliore.

L’importante è non sottovalutare i vari aspetti, fra cui

il rischio fisico.

Anche se oggi, grazie ai progressi in campo medico, i rischi sono minimi, non significa che siano inesistenti.

L'interruzione volontaria di gravidanza è sì un diritto, ma non deve assolutamente essere utilizzata con leggerezza e incoscienza.

E io sono qui per aiutarti a raggiungere il giusto livello di conoscenze, che ti permettano di prendere le tue decisioni nel modo più cosciente e sereno possibile, oltre che di prevenire quando è possibile, quella situazione spiacevole, facendo uso dei CONTRACCETTIVI.

Trovi gli episodi sui contraccettivi alla pagina del podcast e qui sul blog.


Puoi ascoltare l'episodio dedicato a questo argomento sulla pagina del Podcast


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